Quando ci si sottopone ad un esame della vista è facile entrare in confusione di fronte alle parole di uno specialista, in particolar modo quando si parla di diottrie e decimi.
Sebbene infatti i due termini siano spesso usati come sinonimi, in realtà si tratta di due unità di misura utilizzate per valutare fattori differenti. Capire bene cosa sono esattamente le diottrie e come quest’ultime si differenziano da altri termini, come appunto decimi o gradi, è indispensabile per decidere come agire per la correzione della vista e in generale il miglioramento della propria salute visiva.
Differenza tra diottrie e decimi
Per comprendere meglio la differenza tra diottrie e decimi o diottrie e gradi è necessario partire dalla conformazione dell’occhio.
L’occhio umano può infatti essere definito come un insieme di lenti che hanno l’obiettivo di focalizzare le immagini sulla retina. Ognuna delle lenti di cui si compone l’occhio è a sua volta dotata di una focale, ovvero della distanza dal centro lente alla quale è posto il punto dove converge la luce; l’inverso di questa distanza, espressa in metri, si definisce diottria. Se le lenti dell’occhio (cornea e cristallino) hanno potere diottrico adeguato alla lunghezza dell’occhio, il punto focale è posizionato in modo preciso sulla retina, se sono troppo potenti il fuoco è davanti la retina, e l’occhio è miope. Per vedere bisogna diminuire il potere dell’occhio con lenti negative, da miope.
Nel caso in cui il punto focale sia posizionato prima della retina si parla di miopia, nel caso in cui invece sia posizionato oltre la retina si parla di ipermetropia.
I decimi, rappresentano la capacità dell’occhio di distinguere gli oggetti. Si è stabilito, per convenzione, che un occhio “normale” riconosce le lettere alte 7,5 mm alla distanza di 5 metri. Se vede solo le lettere alte il doppio (15 mm) vedrà la metà del normale, se vede solo quelle altre 7,5 cm vedrà la decima parte del normale. Visto che la frazione 10/10 semplificata diventa 1 diremo che l’occhio normale vede “1”, ossia 10/10, quello che vede la metà vedrà 5/10 e, quello che vede la decima parte vedrà 1/10.
Quindi che differenza c’è tra diottrie e decimi? Per riassumere:
Quindi DIOTTRIA è la misura del potere di una lente qualsiasi, mentre i decimi sono la misura dell’acutezza visiva, ossia quanto si riesce a vedere.
L’esame di misurazione della vista
Come capire quante diottrie mancano quindi? E come si calcolano le diottrie?
L’unica soluzione è sottoporsi ad un esame di misurazione della vista, che come abbiamo visto prima non aiuta solo a definire le diottrie della miopia o ipermetropia, ma anche ad individuare altri difetti della vista.
Le diottrie delle lenti degli occhiali si misurano con uno strumento chiamato frontifocometro.
La diottria è l’unità di misura del potere di una lente di far convergere o divergere i raggi paralleli (con vergenza zero), ossia che provengono dall’infinito.
Una lente ha potere di una diottria quando fa convergere i raggi paralleli alla distanza di un metro. Se ha un potere doppio (due diottrie) li farà convergere alla distanza di ½ metro (50 cm) ecc. Il potere diottrico di una lente è l’inverso della distanza alla quale riesce a mettere a fuoco i raggi paralleli.
L’acuità visiva o visus si misura in decimi. Durante l’esame della vista presso un ottico il paziente viene posto davanti ad un tabellone con lettere di dimensioni crescenti e gli vengono fatte indossare delle lenti correttive, positive o negative, indispensabili per individuare quelle ideali per la correzione del difetto visivo.
Conoscendo quanti gradi mancano è perciò possibile procedere con la prescrizione di lenti correttive idonee a correggere il problema e riacquisire una vista nitida.
L’esame della vista è un esame di grande importanza, specie oggi che trascorriamo molto tempo davanti a dispositivi tecnologici e tendiamo a stancare più spesso la vista. Per questo motivo è consigliabile svolgere un controllo annuale presso i centri specializzati come Lisi & Bartolomei e mantenere così un’ottimale salute visiva.
Quante sono le diottrie e quante si possono perdere?
L’occhio “emmetrope” ossia non miope né ipermetrope, ha un potere di circa 64 diottrie, adatto a portare a fuoco le immagini sul fondo retinico. Se invece di 64 diottrie ne ha 70 ( è troppo potente) occorre una lente negativa di 6 diottrie per equilibrarlo, e diremo che l’occhio è miope di – 6.00.
In assenza di patologie, la miopia può arrivare ad oltre 25 diottrie. L’ipermetropia difficilmente supera le 8 diottrie e l’astigmatismo quasi mai oltre le 5.
Il peggioramento della vista
Perché peggiora la vista?
Per molti fattori: genetici, ambientali o presenza di patologie.
Tra i diversi disturbi della vista la miopia è senza dubbio quello più comune. La miopia aumenta fino intorno ai 20 anni posizionandosi poi su un determinato numero di diottrie, ma nel caso della miopia degenerativa l’aumento può protrarsi per più tempo. Prendendo sempre in esame le diottrie è d’uso individuare nella miopia gradi massimi e minimi che definiscono il disturbo: si parla di miopia lieve se compresa tra -0,25 e -3,00 diottrie, miopia media se compresa tra -3,25 e -6,00 e miopia elevata da -6,25 diottrie in poi.
Ipermetropia ed astigmatismo, invece, sono due difetti visivi tendenzialmente stabili.
L’occhio, poi, invecchiando perde naturalmente la sua capacità visiva. La presbiopia (difficoltà di mettere a fuoco da vicino), infatti, è un processo fisiologico che comincia dai 40 anni. Detto questo, nulla vieta di vedere bene da lontano anche in età molto avanzata.